Dopo 8 anni e 40 numeri non troveremo più in edicola la più prestigiosa rivista europea di cultura celtica. Gli addii melensi non ci appartengono, anche perché ci piace immaginare che presto potremo ancora deliziare il nostro spirito, abbeverandoci alla fonte delle nostre radici, grazie alla bravura di un manipolo di studiosi ai quali, senza eccezione alcuna, va rivolto un sincero ringraziamento per tutto quello che ci hanno dato in questi anni. Come giustamente osserva Trent, nel suo editoriale, "Celtica non è mai stato semplicemente un lavoro ma un piacere e, soprattutto, una straordinaria esperienza culturale e di crescita". Ed è facile credergli. Non c’è esperienza più affascinante dello scoprire quelle verità obnubilate dalla storia e affacciarsi su universi inesplorati, in special modo quando si avverte, a livello subliminale, a livello cosciente, per retaggio ancestrale, di appartenervi. "Celtica" rappresentava la ciliegina sulla torta di un percorso interiore che ogni vero studioso e, diciamolo pure, chiunque portasse nel proprio sangue i geni di una stirpe che si perde nella notte dei tempi, ha compiuto con grande gioia, assaporando emozioni sconosciute ai più. "Celtica" non è più in edicola, ma il testimone non cade nel vuoto. Ognuno di noi lo raccoglie idelamente e farà la sua parte. Sta crescendo, inoltre, e in modo eccelso, una giovane studiosa, destinata, per ragioni anagrafiche e, soprattutto, per il suo conclamato talento, a raccogliere l’eredità più preziosa per perpetuare la memoria storica della parte più bella e sana della nostra Tradizione. Il suo nome è SARA e il suo Chridhe Gaidhlig (cuore gaelico) ha già conquistato i cuori di tutti noi. E adesso, bando alla tristezza. Le abili mani di una cerbiatta elfica hanno preparato un delizioso colcannon e un sorso d’idromele è d’obbligo. Il suo sorriso si fonde con il dolce incanto della voce di Moia. La festa continua. Noi dureremo in eterno.
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Grazie infinite delle tue belle parole. È un’eredità difficile quella che tu mi proponi, spero di esserne all’altezza. Ma finchè avrò appoggi solidi come te la salita sembrerà sempre discesa. Farò del mio meglio, lo prometto. Perchè il sogno non può morire, mai.
Fàinne oir ort
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Ti lascio un pensiero per augurarti tanta luce negli occhi nel cuore e tanta serenità nell’anima
con immensa stima
katia
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