Qualche settimana fa sono stato invitato ad un talk-show condotto da un simpatico personaggio, Pino Galliano, sull’emittente satellitare SAT8. Cio’ che mi preme sottolineare in questo post è la sorpresa nell’apprendere che un docente universitario, anch’egli ospite del programma, ritenga che i giovani non debbano più leggere i classici della letteratura, perchè inutili e anacronistici. Di converso andrebbero benissimo i Baricco, i Camilleri, i Moccia e compagni di merende, ovviamente capitanati da sua altezza reale Dan Brown e dalla pletora di impiegati della letteratura che sfornano a comando degli editori i grandi successi inevitabilmente destinati a sfruttare due volte il mercato, grazie alla successiva e scontata elaborazione filmica. Insomma, non basta dover apprendere quotidianamente dalla stampa le immeritate fortune di prodotti preconfezionati a tavolino, bisogna pure sopportare le crisi esistenziali di chi non ce la fa a fronteggiare il degrado etico e culturale del tempo contemporaneo…. e si adegua, invece di onorare degnamente l’altissima responsabilità che deriva dal poter parlare ai giovani da una cattedra universitaria. Un grazie particolare, quindi, va rivolto al grande Scrittore Michel Tournier, che dalle pagine di Repubblica, in un’intervista pubblicata ieri, ci ammonisce a non fare a meno dei classici e di leggerli e rileggerli, nelle varie fasi della vita, perché essi costituiscono una vera medicina per lo spirito. In alto una foto di Dostojevsky, a simboleggiarli tutti. E in basso una foto di Kundera che, per nostra fortuna, gode ottima salute e scrive ancora. E resta uno dei pochi contemporanei che merita di essere letto.
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