JUDY: UN FILM DA RIFARE

JUDI GARLAND


Sulla piattaforma SKY è iniziata oggi, 9 agosto, la programmazione del film Judy, diretto da Rupert Goold e interpretato da Renée Zellweger, uscito nelle sale a gennaio e snobbato dal pubblico, nonostante le brillanti recensioni della critica. Finalmente la gente ha incominciato a infischiarsene del parere di chi parla, con fastidiosa saccenteria, di cose che non sa fare, strapazzandole o osannandole, a prescindere dalla loro effettiva validità. Va anche detto, tuttavia, che il mercato italiano è il meno adatto per recepire un biopic dedicato a un’artista scomparsa nel 1969, sconosciuta non solo ai giovani ma anche a molti adulti.
La Zellweger, per l’interpretazione di Judy Garland, si è portata a casa i seguenti premi: Oscar come migliore attrice; Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico; nove (NOVE!!!) premi come migliore attrice assegnati da: Chicago Film Critics Association Awards, British Indipendent Film Awards, Indipendent Spirti Awards, National Board of Review Awards, Bafta, Capri-Holliwood, Critics Choice Awards, Palm Springs International Film Festival, Screen Actors Guild Awards (ma sicuramente me ne sono sfuggiti altri). La messe enorme di riconoscimenti non mi spaventa di certo e quindi, sia pure con la consapevolezza di tirarmi addosso un fiume di critiche, affermo candidamente che l’attrice mi è sembrata una maschera clownesca, la qual cosa la dice lunga sul perché in tanti si siano affannati a osannarla, argomento che però non intendo sviluppare in questo contesto, se non con una pennellata rapida: nel mondo del cinema le cose vanno in modo non certo difforme da come vanno negli altri contesti e i santi in paradiso contano non poco; la Zellweger ne ha a iosa e quindi non le è stato difficile far fuori colleghe che avrebbero potuto interpretare la Garland senza sottoporsi quasi a un intervento di rinoplastica, conferendo alla recitazione una scioltezza molto più realistica delle forzature scambiate per talento. Penso, solo per citare i primi nomi che saltano alla mente, a Natalie Portman, Kate Beckinsale, Jennifer Connelly, Rebecca Hall, Jessica Biel. Non per infierire, ma solo per offrire una voce distonica rispetto all’allucinazione collettiva che ha colpito tutti, va anche detto che non era certo Rupert Goold il regista adatto per un film così complesso e delicato: un solo film all’attivo, per giunta girato cinque anni fa, e un paio di lavori televisivi che di sicuro non passeranno alla storia, costituiscono un pessimo biglietto da visita. Il film, di fatto, suscita lo stesso stridore di una lama sul ferro e procede con un ritmo che non conquista lo spettatore, eccezion fatta, ovviamente, per coloro che si approcciano alla visione “già conquistati”. Originale e davvero spassosa la coppia degli amici omosessuali di Judy, somiglianti in modo impressionante a due simpatici fantasisti napoletani, “I Fatebenefratelli”, che da una trentina di anni e forse più si guadagnano da vivere nei matrimoni di provincia e nelle feste di piazza.
Questo articolo, però, non nasce con mero intento critico, ancorché legittimo, ma per riparare a una grave manchevolezza: non si può parlare di Judy Garland, infatti, senza parlare del direttore della sua orchestra, il prezioso amico che le è stato sempre vicino nei momenti difficili, BILL LAVORGNA, che Liza, la figlia di Judy, chiamava affettuosamente “Poppy”. Dopo essere stato affianco a Judy dagli anni cinquanta fino al 1969, infatti, Bill Lavorgna ha diretto l’orchestra di Liza Minnelli per ben 32 anni. Nato a Paterson, N.J., nel 1933, come tutti i Lavorgna affonda le radici in quel paesino del Sannio beneventano fondato da Filippo Lavorgna quindici secoli orsono. Dopo aver combattuto in Corea, ha frequentato la New York University conseguendo la laurea in musica ed educazione musicale, per poi iniziare la lunga e brillante carriera che lo ha visto affiancare molti grandi artisti, tra i quali Frank Sinatra e Dizzy Gillespie. Nell’estate del 2007 sarebbe dovuto venire in Italia, con Liza, per un concerto a Pompei: mi ero prefisso di andare a conoscerlo, ma purtroppo un infarto lo strappò alla vita e all’affetto dei suoi cari a pochi giorni dall’evento, il 31 luglio. Spero che un regista più bravo di Goold voglia riproporre le straordinarie vite di Judy Garland e di sua figlia Liza, dando il giusto risalto a un uomo che tanto ha significato per loro, come non hanno mai mancato di testimoniare.

Bill Lavorgna e Judy Garland - 1963
Bill Lavorgna e Judy Garland – 1963
Bill Lavorgna e Liza Minnelli
Bill Lavorgna e Liza Minnelli

LIZA MINNELLI E BILL LAVORGNA NELL’ULTIMO VIDEO INSIEME – 2007

LIZA MINNELLI E BILL LAVORGNA PARLANO DI JUDY GARLAND

ARTICOLO SU REPUBBLICA – 1989 (Dedicato al concerto tenutosi al Palatrussardi di Milano il 6 aprile 1989 – vedi il link seguente)

THE ULTIMATE EVENT – 1989 – Liza Minnelli, Frank Sinatra e Sammy Davis Junior per l’ultima volta insieme. L’accompagnamento musicale di Liza, come sempre, è di Bill Lavorgna.

ARTICOLO SU REPUBBLICA – 1991

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