Premessa
Chi ci pensava più al doppio cognome? Era una barzelletta di moda alcuni anni fa che poi, come tante barzellette che non fanno ridere, finì nel dimenticatoio, surclassata da altre barzellette a loro volta dimenticate quasi subito e dai fatti più gravemente consistenti che, sommandosi ai precedenti, rendono sempre più faticosa la vita in questo Paese. Ieri, invece, mentre si era intenti a mettere ordine nel “bombardamento di notizie” che inondava il PC, relativo al bombardamento di ben altra natura che sta massacrando un intero popolo, come un fulmine a ciel sereno che di tanto in tanto squarcia il cielo, appare un flash d’agenzia più o meno di questo sentore: “Cognome del padre, stop automatismo: ai figli quello di entrambi i genitori. Questa la decisione della Corte costituzionale, anticipata con un comunicato stampa, che bolla come discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola in base alla quale il cognome del padre viene attribuito di default. I giudici delle leggi passano così un colpo di spugna definitivo su una concezione patriarcale della famiglia. Ora il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, a meno che non decidano di attribuirgli soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico». (Solo per amor di verità e senza alcuna volontà di infierire su colleghi adusi a lavorare freneticamente: ho dato una sistemata grammaticale, sintattica e ortografica a un comunicato stampa da 4 meno meno).
Siccome maiora premunt, trascrivo un articolo pubblicato ben sei anni fa nel mensile “CONFINI” (Nr. 49, novembre 2016) e replicato nel quotidiano “Secolo d’Italia” in data 11 novembre 2016.
Doppio cognome: scenari futuri
Qualche mese fa i coniugi Franco Bianco e Milena Rosso hanno avuto un pargolo: Rosario. I coniugi, refrattari a ogni contesto che si configuri come tradizione, hanno deciso che Rosario debba avere entrambi i cognomi e la Corte Costituzionale ha sancito che possono farlo. (Lo aveva deciso già allora? Approfondirò con calma questo punto; ora non ho tempo. N.d.R.) Il pargolo, pertanto, si chiama Rosario Bianco Rosso. Un’altra coppia di giovani sposi, Umberto Verde e Virginia Seppia, è in attesa della prima figlia. I due sono amici di famiglia della coppia Bianco Rosso e hanno già deciso il nome della bimba, che nascerà tra un paio di mesi: Patrizia. Anche loro, manco a dirlo, vogliono il doppio cognome per la nascitura che, pertanto, si chiamerà Patrizia Verde Seppia. È molto probabile che Rosario e Patrizia, frequentandosi in virtù dell’amicizia dei rispettivi genitori, s’innamorino e decidano di sposarsi. Avremo, in tal modo, la coppia Rosario Bianco Rosso e Patrizia Verde Seppia. Chi si sposa, generalmente, mette al mondo dei figli e noi tutti auguriamo a Rosario e Patrizia di averne tanti e tutti bravi, belli e buoni. Magari il primo lo chiameranno Walter, nome che, a detta degli studiosi, ritornerà di moda fra una ventina di anni. Il primogenito, pertanto, si chiamerà Walter Bianco Rosso Verde Seppia e, ironia della sorte, frequentando il prestigioso liceo internazionale di Verona, s’imbatterà in un’avvenente fanciulla che gli farà battere forte il cuore: Margot Della Valle Dello Stretto Piano. È un colpo di fulmine! Fidanzamento immediato e matrimonio subito dopo le rispettive lauree, baciato dalla nascita di un bellissimo pargolo, Ivan, altro nome che, sempre a detta degli studiosi, ritornerà di moda tra una quarantina di anni. Ivan cresce splendidamente, coccolato dai genitori e dai nonni. Quando s’iscrive alla prima elementare, però, un destino crudele gli spezza il sorriso. La maestra, infatti, facendo l’appello, chiama Ivan Bianco Rosso Verde Seppia Della Valle Dello Stretto Piano, suscitando l’ilarità della classe. Ivan, rosso in volto per la vergogna, prende una penna e la conficca nell’occhio del suo compagno di banco, che stramazza al suolo. Attonito, vedendo il sangue che scorre a fiumi e gli altri bimbi che scappano terrorizzati, subisce un terribile shock. Il compagno di banco, che si chiama semplicemente Biagio Brambilla, dopo un delicato intervento chirurgico e un trapianto, riacquista la vista e torna a vivere normalmente, diventando, grazie a quella triste esperienza, una importante star televisiva, uno scrittore di successo e un seguitissimo attore. Ivan, purtroppo, non si riprende e peggiora anno dopo anno. Viene ricoverato in una clinica psichiatrica di Zurigo, famosa per nuove formule terapeutiche studiate appositamente per curare i figli dei genitori cretini. La terapia, però, è ancora allo stato sperimentale e non sempre funziona. Ivan, un pomeriggio, riesce a eludere il controllo e sgattaiola nella zona cucine, dove è ubicata una enorme cella frigorifera tarata a venti gradi sotto zero. Vi entra e si sdraia sul lato opposto dell’ingresso, tra due gigantesche spalle di manzo. Lo troveranno dopo due giorni, con l’espressione che aveva Jack Nicholson, alias Jack Torrance, nella scena finale di Shining.
Gentili mamme che bramate il doppio cognome, non me ne vogliate per questo mio scritto e non consideratemi un vostro nemico: è vero l’esatto contrario. Sono un vecchio cavaliere errante, oramai, che considera la Donna il fiore più prelibato di quel magico giardino, ubicato nello spazio infinito, convenzionalmente chiamato Pianeta Terra. Alla pari di tutti i cavalieri erranti, la venerazione tributata all’universo femminile trascende i limiti dell’umano sentire e s’impregna dei colori percepibili solo sulle vette del “sublime”. Da quelle vette osservo i fremiti di una umanità sempre più smarrita, nella vana ricerca di un senso lì dove un senso proprio non esiste. E intanto le lancette dell’orologio avanzano impietose, incuranti di chi non riesca a godersi le albe perché imbragato nelle tenebre di una insulsa esistenza.
A conclusione di questo articolo, pertanto, consentitemi di invitarvi a tornare a sorridere e di abbandonarvi tra le braccia di colui che amate, restandovi a lungo, rinunciando ai pensieri oscuri e dando sfogo solo alle sensazioni. Vedrete che sarà bello (ri)scoprire una nuova dimensione del vostro essere. Una dimensione che sa d’antico, certo, e proprio per questo ha radici solide per “proiettarsi” in modo sano in quel futuro che, anche grazie a voi, potrà essere più roseo e scevro delle troppe distonie che avvelenano il presente. Acquisita questa consapevolezza, sarà meraviglioso accarezzare i vostri figli, che non correranno alcun rischio di finire in una clinica di Zurigo.
Tutti gli “Ivan” che verranno, vi ringraziano anticipatamente.
Post scriptum
Mentre copio questo vecchio articolo, sul secondo monitor del PC, suddiviso in finestre collegate ai siti dei principali organi di stampa, compare il triste volto del comandante della Brigata ucraina accerchiata nell’acciaieria di Mariupol che l’ancia un disperato appello: «Siamo senza munizioni, senza cibo, senza acqua e vi sono centinaia di bambini feriti che necessitano di immediate cure».
Loro di cognome ne hanno uno solo e non vorrebbero vederlo scritto su una fossa comune, cosa molto probabile perché, mentre in Ucraina si combatte e si muore anche per difendere la “civiltà occidentale”, noi perdiamo tempo in chiacchiere insulse. Sic transit gloria mundi.