Quando il cinema fa male

LETTERA APERTA AL CAVALIERE ERRANTE…
da un’appassionata cinefila…

Caro Lino,
so bene quello che pensi del cinema italiano e mi è noto il tuo totale disinteresse per le vicende che lo caratterizzano. So bene, anche, che la televisione, nella tua dimora, nei rari momenti in cui è accesa, è sistematicamente sintonizzata su qualche canale che trasmette film di “qualità” (e quindi non italiani, secondo i tuoi rigidi parametri) o sui canali musicali e di moda.
Sono convinta, quindi, che tu ignori l’esistenza di un programma trasmesso da RAI 1, condotto da un certo Gigi Marzullo (forse almeno lui ti sarà capitato di vederlo qualche volta) che parla di cinema.
Il programma, “Cinematografo”,  è così penoso da aver indotto un manipolo di cinefili a lanciare una petizione per la sua soppressione.
Già immagino la tua risposta: “Ma cosa c’entra Marzullo con il cinema e che senso ha sbracciarsi più di tanto, dal momento che non sarà certo un programma visto da quattro gatti a contribuire al peggioramento di un cinema che, per le leggi naturali della fisica, non può scendere più in basso”.
Ti sarò grata, tuttavia, se vorrai sostenere lo stesso l’iniziativa, tanto aderendo in prima persona, quanto pubblicando l’indirizzo del blog messo in rete dai sostenitori.
A differenza tua, non ho ancora perso le speranze che il cinema italiano possa riprendersi dal coma profondo in cui è sprofondato e voglio illudermi che, combattendo mestatori, ciarlatani, buffoni di corte e i loro compagni di merende, prima o poi le nubi possano diradarsi lasciando passare un raggio di sole.
So che mi accontenterai.

Con affetto. Un bacio.
Patty Picazio

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Cara Patty,
una generosa illusione è meglio di una negazione preconcetta e quindi… ti accontento volentieri. Ho già inviato il mio messaggio come da te richiesto e di seguito trascrivo l’indirizzo del blog:  www.chiudetecinematografo.splinder.com
In bocca al lupo di tutto cuore… ma una domanda sorge spontanea: vista la qualità del cinema italiano, il trionfo di scalzacani che stanno alla recitazione e alla regia come il tavernello ad un Amarone d’annata, non sarebbe meglio lasciarlo sprofondare del tutto, in una catartica purificazione nella quale possano bruciare tutti i soggetti che oggi lo inquinano? Dopo, sì che si potrebbe parlare di “rigenerazione”!
Comunque, fate voi. Io per ora, vado a vedermi, in dvd, “36 – Quai des Orfevres”. Pensa: Daniel Auteil e Gerard Depardieu insieme! E me lo voglio godere in lingua originale. Alla faccia di chi aspetta Natale a Miami!

Un bacio a te.
Lino Lavorgna

3 pensieri riguardo “Quando il cinema fa male

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