OSCAR: NON VI E’ LUCE PER GLI DEI

LEONARDO DI CAPRIO


Cari mammalucchi rottinculo dell’Academy Award, buongiorno a voi.
Con animo sereno e mente sgombra da ogni pregiudizio o risentimento, vi indirizzo una breve riflessione sulle vostre scelte, perpetuando un rito che si ripete da tempo e che, come vedete, di anno in anno si “scolora” sempre più dei primitivi risentimenti, assumendo sfumature meno baldanzose e bellicose.
Oramai sono note anche nella costellazione di Orione le metodiche alla base delle vostre scelte e non è certo il caso di ribadirle: si correrebbe il rischio di annoiare le migliaia di addetti ai lavori e risultare pedanti a qualche miliardata di esseri umani, adusi a prendere per oro colato le patacche che comminate con la sottile maestria dei venditori di fumo di alto lignaggio.
Perché scrivere ancora, pertanto? Così gira e nulla si può fare – dite voi – e tanto vale rassegnarsi al vostro strapotere, alle lobby più o meno mafiose con le quali condividete gli interessi di bottega e godersi lo spettacolo senza stare lì a menarla per qualche cavolata che si è costretti a imporre in ossequio al teorema Razzi, che vale ovunque: “Prima di tutto ciò che conviene a noi”.
A me, però, diverte scrivere, soprattutto quando posso rompere un po’ di uova nella cesta, senza alcuna pretesa, per carità, di sovvertire qualsivoglia regola. So anche che i problemi sono ben altri e che poco interessa se Leo Di Caprio ancora non può esporre in salotto la vostra statuetta.
Ritengo giusto, tuttavia, farvi il pelo e contropelo, affinché prendiate coscienza di quanta merdaccia alberghi in voi. La mente umana è davvero complessa e alla lunga, le persone, anche quando agiscono da merdosi con piena consapevolezza, si convincono di avere ragione. Questo proprio non va bene. Continuate pure a divertirvi con l’applicazione più subdola e schifosa del libero arbitrio, ingozzatevi con i milioni che incassate, ma consentite a questo povero guitto di cantarvele senza ritegno. Se almeno uno, tra coloro che mi onorano del loro tempo, dovesse riconsiderare il proprio pensiero sul mondo del cinema e sugli Oscar, non avrò perso il mio, scrivendo questo articolo.
In ottantacinque anni ne avete combinate veramente tante e occorrerebbe un volume corposo per raccontare le schifezze perpetrate nelle vostre segrete stanze.
Qui basterà ricordare, ad esempio, che Gerard Depardieu non ha mai vinto un Oscar. Idem per Leonardo Di Caprio, nonostante ben quattro nomination. (E ne meritava almeno altre 3). Leo è l’unico attore al mondo magnificato da un regista con una scena post-end, come riconoscimento della sua straordinaria interpretazione nel “Titanic”, che di statuette ne collezionò ben 11! (Ricordate? Al termine del film lo si vede scendere le scale del transatlantico mentre tutti gli altri attori applaudono! Si è tutti d’accordo, a quanto pare, che senza di lui non si sarebbe assistito al delirio planetario da parte dei fan, capaci di rivedere il film anche venti volte di seguito).
Bravi! Ancora una volta avete mixato alla perfezione le scelte corrette al libero arbitrio, per sentirvi più simili a Dio.
Ma non siete Dei, ricordatelo sempre. Siete solo delle povere mascherine che recitano a soggetto in un mondo popolato per lo più da manichini. Una miseria spaventosa che, al di là delle apparenze, e anche al di là dei miliardi che intorno a queste miserie ruotano, produce solo un vuoto infinito.
Un vuoto che, nonostante voi, viene colmato da coloro che realmente si avvicinano agli Dei, come i Grandi Attori e i Grandi Registi, che non hanno certo bisogno della vostra luce per brillare, in quanto illuminati, in ogni attimo della vita, dal loro Talento. E al vero Talento, cari buffoncelli pidocchiosi miei, anche persone potenti come voi devono arrendersi.
(Lino Lavorgna)

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